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Pantaloni tuta
I pantaloni della tuta sono ormai anche per la donna un abbigliamento comodissimo. C’è chi li ama larghi e chi li preferisce più affusolati, di cotone estivi o felpati invernali, ciò che conta è che sia un capo di marca, perchè la linea è fondamentale a garantire che la vestibilità valorizzi le forme del corpo. La linea sportiva della tuta per la dance, per il fitness, magari più elastica, di cotone vita bassa
regge l’ago della bilancia con le preferenze dei modelli vintage anni ‘80 e ‘90 torna. Un capo che troneggia prepotente anche sulle passerelle delle grandi sfilate, per raccontare una donna anticonformista, che passa con disinvoltura dal lavoro alla palestra e perchè no alla strda per lo shopping, magari cambiando un accessorio. La tuta insomma è l'abbigliamento adatto ad una donna sicura di sé, senza aver bisogno di sofisticazioni.
Ma sapevi che a inventarla nel 1919 fu il futurista italiano Ernesto Michahelles, conosciuto anche con il nome di Thayaht? Doveva essere un capo in totale contestazione con l’abbigliamento borghese del tempo e la stessa “Tuta” non era altro che un adattamento del termine francese “tout-de-meme”, che significava “tutti uguali”. Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzata prettamente in ambito sportivo ma negli anni ’60 con Valentino che propone la prima tuta intera con pantaloni a zampa d’elefante si apre per questo capo un futuro radioso e inaspettato. Nel 1970 sarà la volta di YSL finché negli anni ’80, stilisti come Giorgio Armani lanciandola nel pret a porter, riescono a consacrarla regina degli outfit moderni.
Per essere un capo basico il suo successo è stato da subito inarrestabile e da indumento eversivo è stato assimilato al più usato abbigliamento popolare. Che forse la semplicità ha vinto sull’eleganza? Solo a patto di non sovraccaricare la tuta di accessori troppo chic che ne stravolgerebbero l’originalità.
Pantalone tuta donna icon period Armani exchange in cotone.