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Gonne

La gonna è un capo che non manca mai nell’armadio di una donna. La storia ci insegna che è un indumento unisex usato per vestire il corpo ormai dalla notte dei tempi.

Nella storia della moda ne abbiamo conosciute di tutti i tipi: il tubino, gonne lunghe, gonne a vita alta, a palloncino, corte, a ruota, a portafoglio, a pieghe, a balze, longuette o gonna pantalone e chi più ne ha più ne metta. La lunghezza è certamente un elemento fondamentale per evidenziare le gambe, mettendo in risalto, cosce, polpacci, caviglie fino a toccare il suolo. Questo indumento che nella cultura occidentale è tipicamente femminile, nel passato era di uso comune anche tra gli uomini. A caratterizzare la gonna sono vari elementi come le cuciture, le imbastiture, le pieghe, gli ornamenti e gli spacchi. Un dettaglio quest’ultimo che oltre a dare sensualità al modello, consente maggiore facilità di movimento a chi lo indossa.

E pensare che nelle civiltà antiche a partire da quella mesopotamica la gonna era abbigliamento comune a tutti. Solo dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, la gonna venne sostituita dalla tunica, fino all'Alto Medioevo. Le donne, gli imperatori e il clero stratificavano le tuniche, mentre gli uomini indossavano dei calzoni, ereditati dai barbari e adatti alla vita militare. Ancora nel 1400 la sottana veniva identificata come indumento unico, solo alla fine del Rinascimento questa veste si divise in corsetto e sottana. Dal 1500 in poi le persone iniziarono a indossare abiti diversi a seconda del sesso e le gonne cambiarono nelle varie nazioni e culture. La nobiltà veniva ritratta con gonne preziose e voluminose, che ne identificavano la supremazia, ma che impedivano molti movimenti. Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del 1900, i movimenti di emancipazione femminile trasformarono completamente l'abbigliamento delle donne: un percorso lungo che trovò il suo apice negli anni ‘60. Furono anni di fermento per le contestazioni e di battaglie per la libertà: la beat generation lottava contro il conformismo e le donne chiedevano sempre più diritti. Durante questi anni avvenne la creazione di uno degli indumenti più discussi del nostro secolo: la minigonna. 

Mary Quant è la creatrice di questo capo d'abbigliamento molto criticato e definito a volte volgare a causa della sua lunghezza: questa gonna solitamente arrivava a coprire solo l'inguine. La linea è drittissima e geometrica, come i disegni che la decoravano. Negli stessi anni nasce la cultura hippy e le donne rifiutarono indumenti dalle linee geometriche e perfette, per adottare gonne lunghe, morbide e decorate con arricciature e frange, indossate dai popoli africani, indiani e messicani. Anche i patchwork e le imperfezioni delle stampe artigianali rendevano queste gonne uniche e controcorrente. Da allora non c’è stato più freno nel costume popolare all’uso della gonna. Simbolo di libertà, emancipazione, seduzione, riscattata anche negli ambienti lavorativi da un design sobrio e professionale, è un pezzo costantemente al centro delle passerelle di alta moda.

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